Lucani vs Papaleiani
tags: Lucania, Papaleo, Rocco e i suoi fratelli; Lauria; parricidio; Max Gazzè; Let's go surfin'; cliché; sveglia; la scoooossaaa; frittata di mia madre.
Ti senti più papaleiano o lucano? Il film "Basilicata coast to coast", in onda
ieri in prima serata, ha diviso i lucani in due correnti di pensiero: una secondo
cui il film mette in risalto positivamente le caratteristiche della Lucania e
che abbia addirittura contribuito all'incremento del flusso turistico e che sia
servito a far conoscere usi, costumi, tradizioni e cultura del posto; l'altra,
invece, più critca ed obiettiva, che il film in questione tutto
sia tranne che di promozione. Sui social queste due teorie si sono rincorse
diventando motivo di confronto e di dibattito: un film che nelle recensioni viene
descritto come tentativo di allontanare le solite tematiche di grettezza, criminalità e povertà, può mostrare un luogo in cui la gente è solita girare in groppa ai muli? Può ancorare un popolo a congetture sull' incapacità di parlar bene l'italiano o, peggio
ancora, inchiodare la figura della donna al patriarcato, alla supervisone dei
fratelli maggiori rozzi e burberi, ai facili costumi nel tentativo di evadere
dal partner poco prima delle nozze (imposte perché l'età è da marito, bigottamente)? Qualcuno ha risposto a questa domanda
affermando che, per quanto i lucani possano essersi un po' evoluti, le
differenze culturali rispetto al resto degli italiani si sentano ancora
notevolmente. Ammettendo, con letale rassegnazione, una stasi culturale che si
tramanderà per chissà quante altre generazioni. "Ma Papaleo
non voleva girare un documentario, lui quest'opera l'ha intesa come un viaggio
in se stesso, un'illusione, una finzione!" , scrive qualcuno. Peccato che in
tutte le recensioni e nelle interviste rilasciate nel corso della presentazione
del film sia emerso il tentativo di "risvegliare l'orgoglio e l'attenzione
per una regione spesso dimenticata, anche dalla sua gente, di raccontare in
modo poetico bellezza e contraddizioni dei luoghi e della sua gente. Una sorta
di atto d'amore di un lucano fiero delle sue origini" (fonte: Ondacinema),
oppure un tentative di "restituire lo spazio comico e lirico all'Italia
meridionale. Un'area geografica che il cinema italiano ha frequentato negli
ultimi tempi solo per raccontare la criminalità organizzata e la globalizzazione del male,
le periferie degradate e il disagio socio-economico. Ai personaggi privi di
innocenza che muoiono alla luce di lampade solari si sostituiscono allora gli
antieroi lucani di Rocco Papaleo, al suo debutto dietro la macchina da presa.
L'attore mette in scena la progressiva conoscenza di una realtà antropologica e culturale troppo spesso
ignorata, attraverso un viaggio e un'esperienza che indaga il cuore del Sud e
lo comprende dentro una commedia di innegabile simpatia. Vuoi per il talento
nella descrizione dei luoghi e nella costruzione di un'atmosfera, vuoi per la
felicità di alcune caratterizzazioni, ma soprattutto per una
profonda sincerità che deriva da premesse chiaramente autobiografiche"
(Fonte: MyMovies). BasiliconValley non crede a questo spietato amore e a questo
tentativo di promozione territoriale e culturale, perché diffida da chi predica bene e razzola male.
BV sostiene che sia
giunto il momento di cambiare registro, di sganciarsi dall'idea di una Basilicata
rozza, arretrata, bigotta e mediocre. Basilicata non è solo l'anziano con la coppola seduto su una sedia di paglia sul ciglio della
strada, non è solo
Craco vecchia né il Cristo
di Maratea. Coast to coast c'è tutto un mondo, e a Papaleo resta da porre una sola domanda: "L'hai
visto mai?".
Francesca Avena