Imperfezione vs sfasciatezza

La mamma imperfetta del Corriere della Sera non esiste 

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Non mangiare il ragù di domenica porta male. Lo sostiene mia madre, quindi è per forza vero.Fatevi il segno della croce, cospargetevi di aglio, andate ad aggiustare specchi rotti in giro per la città e forse depotenzierete un po’ della iella cosmica che vi siete procurati tutte le volte che, come me, avete trasgredito alla regola aurea del sugo festivo. Intendiamoci: io so cucinare il ragù (e pure bene), ma raramente ho voglia di farlo. Se stamattina non mi fossi decisa a guardare tutte le cinque puntate della seconda serie di “una mamma imperfetta”, avrei detto anche che raramente trovo il tempo per fare un ragù. E avrei mentito, magari inconsapevolmente, ma con un certo compiacimento.
Ivan Cotroneo, che ha scritto la serie in questione per il Corriere della Sera, ha mentito pure lui, altrettanto inconsapevolmente, raccontando di una mamma 40/50enne che si sente inadeguata, stressata, spossata, trascurata e incompresa perché fa la madre, è femmina, lavora, non ha una stanza tutta per sé ed è schiacciata dalla concorrenza di altre madri che, anziché mandare i propri figli a scuola con un saccottino per merenda, ce li mandano con muffin rabarbaro e cannella (fatti in casa). Una 40/50enne  bellissima, magra, tonica, con marito bellissimo (chiaramente responsabile di maschilismo e tratta delle donne perché gioca alla playstation e non accompagna i figli a scuola), una casa bellissima, un lavoro fichissimo, quattro amiche uguali a lei, con le quali si incontra per una “colazione al volo” dopo che tutte hanno accompagnato i rispettivi figli a scuola. Ora. Chi ha avuto una madre (quindi l’intero genere umano), non l’ha mia vista andare a fare colazione con le amiche tutti i giorni nemmeno in vacanza, sa che ha l’armadio pieno di tailleur tutti uguali, i capelli corti per risparmiare sulla tinta, un marito che le riderebbe in faccia se lei gli dicesse “rispetta i miei spazi” e un comodino pieno di libri che finisce senza difficoltà, pur non avendo una stanza tutta per sé. Chi ha una madre vera, sa che difficilmente una donna di 45/50anni è magra o tonica: più facilmente, quando la si vede in costume, il primo aggettivo che viene in mente è “sfasciata”.
Ivan Cotroneo forse avrebbe dovuto farsi un giro dalle nostre parti, per vedere che le mamme non sono le insopportabili nevrotiche indaffarate che racconta lui.  
Mi piacerebbe ficcare una mamma lucana al posto del televisore, in ogni famiglia di Roma o di Milano, ma è complicato.
Le mamme non metropolitane si dovrebbero far sentire, quando vengono infilate in stereotipate e patetiche sit com, anche se quegli stessi stereotipi, sotto sotto, fanno piacere, perché dicono che le donne hanno sempre ragione, che sono coraggiose, che portano avanti il mondo, che sono sottostimate, che meriterebbero mimose tutti i giorni e blablabla. Ne abbiamo tantissime, noi, di mamme non metropolitane, che davanti a una biondina slavata che si lamenta per non essere stata capace di dire a suo figlio come vengono al mondo i bambini, si farebbero soltanto una grassa risata.  A loro vorrò assomigliare: per questo smetterò di dire che non ho il tempo di fare il ragù. Dirò, se proprio sarà necessario giustificarmi, che non ho avuto voglia di farlo, perché Seneca aveva ragione: la vita è lunghissima e noi perdiamo un sacco di tempo. Evviva! 

Mi auguro che Ivan Cotroneo un giorno faccia una serie televisiva sulle madri vere, quelle con le tette flosce, le maniglie dell’amore e l’insensibilità verso i traumi infantili. A loro vorrò assomigliare.


Simonetta Sciandivasci 

4 commenti:

  1. ...però le mie amiche protoquarantenni ci assomigliano tanto a quello stereotipo ce ne fosse una che sappia fare delle orecchiette quantomeno decenti, tutte però fanno torte rabarbaro e cannella di estetica rigorosa, gusto sublime ed etica fair trade!

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  2. Caro Francesco, hai ragione. Noi, invece, le orecchiette le facciamo molto molto bene e anche per questo proponiamo il modello di femminilità lucana ;)

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  3. Ricordiamoci che dalla penna sapiente di Cotroneo è uscita anche la serie "Una grande famiglia" in cui il nonno brianzolo saluta il nipotino che va a scuola dicendogli "Ciao testina" (!?) e le domande normali che le persone normali fanno ad altre persone normali vengono rielaborate in chiave brianza oriented ("Cosa stai facendo?" diventa "Cos'è che stai facendo?"). Cotroneo dovrebbe abbandonare il suo terrazzino a Trastevere per farsi un giro in Italia, visto che vuole scrivere di quella.

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  4. Non volevo commentare come anonimo, ma mi è uscito così :D
    Marta

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