Tags: stipsi; silicone; Krumiri; canone rai; Giove
Pluvio; sputi; Antonio Pascale.
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Stamattina a Roma pioveva. Come ieri, l’altro ieri,
lunedì scorso, due domeniche fa, eccetera. Sono tre notti che sogno la
grandine, Geri Halliwell e Saratogailsiliconesigillante. Chissà se piove anche
a Matera. O a Montescaglioso. O a Bernalda. Chissà le olive a Ferrandina,
chissà le arance, le fragole. Chissà la strada che è crollata a Craco due mesi
fa. Chissà le tavole Palatine, chissà il mio liceo. Chissà la littorina. Chissà
se i fichi di zia Angelina avevano finito di essiccarsi. Chissà la Basentana.
Basta, chiamo mia madre.
“Mamma, piove?”.
“No, oggi no”.
“Hanno aggiustato l’acquedotto?”.
“Sì, però tuo padre comunque non si sblocca”.
“Come?”.
“Eh, aveva paura che togliessero completamente l’acqua
nei giorni scorsi e allora si è inibito e non è andato più in bagno”.
“Vabbè, dagli le prugne secche”.
“No, sai, è psicologico”.
“Mamma… vabbè. Avete fatto un salto in campagna? Lì ha
piovuto?”
“Non ci siamo andati, ma in quella zona non ci sono
stati problemi. E’ altrove che…”.
“Eh. Senti, al tg3 non dicono nulla?”.
“Boh. Noi prendiamo il Tg3 Piemonte”.
“Cosa?!”.
“Prima invece vedevamo Tg3 Liguria”.
“E TRM?”.
“Sparito da quando abbiamo il decoder”.
Saluto mia madre in preda alla sconfidenza cosmica.
Infondo, se a Casale Monferrato si vedesse il TG3 Basilicata sarebbe romantico,
tuttavia non credo che accada. Non ho niente contro il Piemonte, sia chiaro: mi
piacciono i Krumiri, Camillo Benso Conte di Cavour, Cristina Chiabotto, la mia
amica Francesca Pellas.
Faccio un azzardo: cerco notizie sul Corriere della
Sera. Non c’è nulla. Non c’era nulla nemmeno ieri, nemmeno avantieri. Non c’è
stato nulla MAI dall’inizio di questo disastro, cioè da quando, lunedì 7
ottobre, ha PIOVUTO MOLTO nel Metapontino e a Ginosa. Non dirò che c’è stato un
nubifragio: il nubifragio è un acronimo inventato dal TG5 per non spiegare che
ha piovuto molto e i paesi sono franati e la gente è morta e le case e le
strade si sono allagate perché la manutenzione, in Italia, consiste in due
periti tecnici e due delegati del Ministero che si prendono un caffè
guardandosi con uno sguardo che dice “io lo so che tu lo sai che io lo so che
non ci sono i soldi per la manutenzione, ma adesso sul verbalino scriviamo che
l’avete fatta, che è tutto apposto” (lo racconta Antonio Pascale nel suo ultimo
libro, “La manutenzione degli affetti”). Dire nubifragio significa intendere
che c’è stata una calamità naturale, che non è colpa di nessun altro se non della
natura, matrigna, iniqua, bendata, annamariafranzoni. Io non credo nella bontà
della natura (viva gli OGM!Il calcestruzzo! La motosega!), però credo sia capace di un paio di nubifragi
all’anno, non cinquanta: 48 sono di responsabilità, come dire, artificiale.
Lo scorso 7 ottobre ha piovuto molto, in Basilicata.
Sono morte quattro persone. Pino Bianculli, 32 anni. Chiara Moramarco, 27 anni.
Giuseppe Bari, 35 anni. Rossella Pignalosa, 30 anni. Il Corriere della Sera
nazionale non ne ha parlato (ma ha pubblicato una gallery di foto – nemmeno le
più sconcertanti - sulla pagina di Bari, insieme a un altro trafiletto di
cronaca). Su La Repubblica c’è un articoletto di cronaca. Il Fatto Quotidiano
non è un giornale, quindi non l’ho controllato.
Sono morte quattro persone. Chissà se a Casale
Monferrato lo sanno.
Spero che domani esca il sole e chi deve sputarsi in
faccia non abbia bisogno di accendere la luce dello specchio per farlo: sono
sensibile agli sprechi di energia.
Sono morte quattro persone. Pino Bianculli. Chiara
Moramarco. Giuseppe Bari. Rossella Pignalosa. Quattro è un numero gigantesco.
In quattro si possono fare cose gigantesche, si possono fare i Beatles.
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