Basilicon Valley – il making of

Tags: Paint; friselle; Carapelli; Rivombrosa; Porta a Porta; Silicon Valley; Bon Iver

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Vantaggi di non saper usare photoshop: se vuoi apparire magra nelle foto, ti devi mettere a dieta; se vuoi fotografare 131 bastoncini, devi avere 131 bastoncini. Io non so usare photoshop, non sono grafica ed ero una pippa anche con Paint, negli anni Novanta.
Quindi potete fidarvi se vi assicuro che qui ci sono 131 bastoncini: uno per ogni comune della Basilicata. Ho preso uno stuzzicadenti, l’ho spuntato, ho scritto il nome del paese sul cartoncino verde, poi l’ho ritagliato e l’ho attaccato allo stuzzicadenti. Ci ho messo tre minuti per ognuno. Ho scoperto che ci sono paesi con nomi incredibili. Corleto Perticara (sarà piena di merletti, acrobati, gente che si sganascia!). Marsicovetere (ci saranno molti orsi centenari!). Pietragalla (i pietragallesi sapranno far galleggiare i sassi!). Tramutola (saranno tutti alchimisti!). Ripacandida (cioè, meglio di Rivombrosa!). Nemoli (voglio chiamare mia figlia Nemoli!). Calvello. Missanello. Gorgoglione. Anzi (ANZI! Chissà se ha una frazione che si chiama Piuttosto).
Insomma, a parte guadagnarmi un principio di tendinite, mi sono divertita. E mi sono anche sentita una brava persona, perché ho dedicato a tutti i bastoncini – cioè a tutti i comuni - lo stesso tempo e la stessa attenzione. Ero certa che al cinquantesimo bastoncino avrei pensato “vabbè, dai, tanto nella foto non si vedranno mica tutti, basta così”. E invece no. E’ arrivato il momento di badare ai particolari. 50 + 81 fa 131, sì. Ma io preferisco ottenere 131 facendo uno più uno centotrentuno volte. Perché perdere tempo è un atto di profonda libertà e noi in Basilicata siamo ancora capaci di concedercelo. Una delle canzoni d’amore più belle che ci siano, Waste dei Phish, recita “Come, waste your time with me” . Perdere tempo è libertà, perdere tempo con qualcuno o per qualcuno, invece, è addirittura amore. Credevo che l’ amore per casa mia fosse un po’ stremato, fosse l’amore di Skinny Love di Bon Iver. E invece facendo questi 131 bastoncini mi sono accorta che è un amore hip hop, vibrante e battagliero. Come una canzone di Kento  
Mi sembrava doveroso fare qualcosa di molto accurato per una regione che nei meteo dei tg nazionali non viene citata praticamente mai (forse la assimilano al Molise), dove si vedono tutti i tg regionali tranne il suo, dove chiunque viene a buttare rifiuti tossici a caso e che non fa notizia nemmeno quando muoiono 4 persone travolte dal dissesto idrogeologico.
Avrei voluto piantare i bastoncini nel pane di Matera, ma a Roma si trova solo quello di Altamura. Certo, nessuno se ne sarebbe accorto, ma vale lo stesso discorso dei 131 bastoncini. Quindi ho usato le friselle che mia madre non dimentica mai di portarmi a Roma, quando viene a trovarmi, con il senso della misura che contraddistingue una madre meridionale, cioè nessuno.
Ci vuole pochissimo a rendere una frisella gustosa, nutriente, ricca: un po’ d’acqua, il sale, l’origano, molto olio (e noi abbiamo l’olio migliore del mondo, altro che quello toscano, che ormai è buono solo nelle sceneggiature delle fiction rai e per friggere le Croccole). L’avete assaggiata una frisella senza nulla? E’ secca, dura, friabile: sembra uscita da un romanzo di Charles Dickens.
Allora, questa foto oltre a sembrare un plastico di Porta a Porta o la copertina di un disco dei Mercury Rev, vuole sembrare ed essere un invito a innaffiare la nostra terra con il talento (l’olio), la leggerezza (l’acqua), l’attenzione (l’origano), il sudore (il sale).
E’ un invito a salvare una terra che sembra sbriciolarsi in un sacchetto di plastica e, dopo averla salvata, a farla diventare un posto dove si raccolgono, sviluppano e concretizzano le idee migliori, i sogni più avvincenti. Una Silicon Valley tutta nostra –  senza laureati del Mit di Boston o nerd che inventano social network per tenere il conto di quanti chili prende ogni anno la propria compagna di banco del liceo.

Io partirei da una cosa stupenda: al cinema, dalle nostre parti, puoi ancora rimanere a vedere due spettacoli di fila: nessun nano con i pop corn e le bomboniere algida viene a buttarti fuori.

Simonetta Sciandivasci 

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