Musei lucani: l'acqua è poca ma la papera galleggia!



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Ci eravamo lasciati con la notizia dei musei del materano nei quali, a causa dell’assenza di fondi del Ministero, vi è impossibilità di assumere altro personale addetto alla custodia e alla salvaguardia delle strutture museali e, pertanto, tutti gli altri dipendenti si trovano nelle condizioni (non ancora chiare) di dover turnare per ovviare al problema. Bene: non diversamente se la passano, nel potentino, il museo di Grumento e Venosa. A dircelo è proprio il dott. De Siena, Soprintendente per i Beni Archeologici: “Fatta eccezione per il Museo Nazionale di Potenza, che conta un organico sufficiente, nel potentino sono i musei di Grumento e di Venosa a riscontrare il problema della turnazione degli addetti alla sicurezza e alla salvaguardia delle strutture”. A differenza di quanto ci fu detto confusionariamente da alcuni dipendenti dei musei materani, il dott. De Siena spiega in maniera limpida che, per ovviare al disagio, è stato coinvolto tutto il personale, a cui è stato chiesto di sobbarcarsi, con un po’ di sacrificio, quest’impegno e di turnare tra di loro.

E se questo può apparire come un vero e proprio lato negativo, di contro fanno ben sperare e sono illuminanti i dati riguardanti l’affluenza di visitatori nei musei potentini (Archeologico Provinciale di Potenza, Archeologico Nazionale di Potenza, Archeologico di Venosa) nel corso del 2013. Che le cose vadano bene, lo si avverte dalla raggiante voce della Direttrice del Museo Provinciale di Potenza, dott.ssa Maria Cristina Caricati: “Pur non essendo direttamente dipendenti del Mibac ma dell’Ente Provincia, il nostro museo è vivo perché lo interpretiamo come un luogo vivace e non prettamente di conservazione. Abbiamo registrato un notevolissimo aumento di ingressi nell’ultimo anno, abbracciando principalmente il target scolastico-universitario oltre poi a quello turistico nazionale ed internazionale. Reggiamo bene alla crisi (seppur si senta anche nel nostro settore, ed è innegabile), organizzando attività convegnistiche, laboratori archeologici e addirittura abbiamo studenti stranieri a studiare i nostri reperti”. A confermare quanto detto dalla dott.ssa Caricati, il direttore del Museo di Venosa ci comunica che è stato registrato addirittura un incremento del 10% dello sbigliettamento rispetto agli anni passati, merito – ci dice- della positiva offerta culturale.
In barba a chi pensa che siamo il cimitero dell’arte e della cultura, sfoggiamo un sorriso smagliante di fronte a tanto entusiasmo da parte degli operatori del settore perché, sebbene ogni lavoro debba essere ricompensato con la giusta retribuzione, tutti (e a tutti i livelli) si stanno impegnando a tenere aperte le strutture museali, a programmare eventi attrattivi e a gestire nel migliore dei modi le attività culturali. Ecco, la Lucania non è solo petrolio. La nostra più grande ricchezza è la cultura: non solo quella conservata nelle teche ma anche quella umile ed entusiasta stirpe lucana che tiene in vita tutto ciò che la Basilicata possiede.




Francesca Avena

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