Discariche a pioggia
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dal film Pixar Wall e |
Tags: Basilicata; Lucania; alluvioni;
discariche; Wall e; Pisticci; Corleto Perticara; maledetti; discariche; poison girls
Un detto locale poco elegante e che riporteremo
in termini più consoni, suggerisce che “una volta scioltasi la neve, viene a
galla di tutto”. Sarebbe semplice dire che in Basilicata piove sul bagnato, ma
tralasciamo i qualunquismi. Da qualche mese c’è solo un dato di fatto, molto allarmante:
disastro idrogeologico e violazione della normativa ambientale hanno molto in
comune, più di quanto si possa immaginare. A connetterli è, ovviamente, un antico
retaggio politico. Di quando, cioè, le cose si facevano ma venivano taciute.
Sotterrate. Insabbiate. Come le discariche che sono venute fuori dopo
l’abbondante pioggia di ottobre scorso e della scorsa settimana.
E’ bastata acqua dal cielo, mista a terreno
franoso, per portare alla luce ciò di cui nessuno parla (o vuol parlare):
discariche abusive. Perché per quanto possiamo sgranare gli occhi davanti alle
vicende della “Terra dei fuochi”, sotto i nostri piedi c’è qualcosa di molto
simile. Quanto è venuto a galla dopo la pioggia di ottobre in zona Lavandaio a
Marconia, era a pochi centimetri sotto il terreno, terreno coltivato, terreno
di pascolo e sotto cui scorrono le falde acquifere. Non diverso è ciò che è
emerso dalle dune di Metaponto lido, dove i bambini fanno il bagno, dove noi ci
mettiamo a mollo, facciamo il peeling con la sabbia. L’ultima pioggia, infatti,
ha fatto emergere una quantità non indifferente di rifiuti d’ogni sorta,
insabbiati negli anni ’60 e di cui – è venuto fuori - molti sapevano: eternit,
tufi, materiale da costruzione e sacchi di rifiuti non ben definiti.
Solo qualche settimana prima, in zona “La
Recisa” a Pisticci, i carabinieri del NOE e i tecnici dell’ARPAB di Matera
avevano sequestrato una discarica non conforme alla normativa ambientale. E
apriremmo un capitolo infinito se volessimo parlare di Corleto Perticara e dei
suoi veleni, sepolti a solo un metro sotto il terreno. Un giro in rete non è
esauriente per conoscere quanto accaduto: anche in questo caso, ci sono
discariche di serie A e discariche di serie B. Ne consegue che la vita di chi
mangia i prodotti di quei campi o di chi sceglie un giorno al mare “perché fa
bene alla salute” è, anche in questo caso, sottoposta a logiche più grandi,
logiche affaristiche e sporche quanto ciò che il terreno lucano vomita. E
vomiterà.
Francesca Avena
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